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Dentro la Parola-VI Domenica di Pasqua Festa di S.Giuseppe e S.Pietro da Verona, nostro PatronoClicca sul link con il simbolo mp3 per ascoltare (pazientemente) l'omelia
Quadro ad olio eseguito e donato alla ns Parrocchia dal Dott. Sandro Faragona
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, SE...OM160424dClicca sul link con il simbolo mp3 IN FONDO AL TESTO per ascoltare (pazientemente) l'omelia (OGGI LA LETTURA è AUTOMATICA) Dal Vangelo secondo Giovanni “Quando Giuda fu uscito (dal cenacolo) Gesù disse: - Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli se avrete amore gli uni per gli altri”. Parola del Signore. Lode a Te, o Cristo!
Celebriamo la quinta Domenica di Pasqua e ci avviciniamo alla Ascensione di Gesù e poi alla grande festa di Pentecoste. Nel Vangelo di oggi troviamo l’ultimo saluto di Gesù, il testamento che consegna ai suoi e a tutti noi. Non ci abbandona, dal cielo continua a seguirci. Manderà il suo Santo Spirito ad aiutarci ma attivamente e responsabilizzandoci. In realtà ci onora lanciandoci nella missione di estendere a tutti il suo attraverso il nostro amore. Dio ha fiducia nell’uomo, opera delle sue mani. Come ha affidato all’uomo la generazione e la cura della vita nella famiglia, così affida alla sua Chiesa la missione di portare amore, salvezza e gioia in tutto il mondo. Bella dignità!
Questo Vangelo ci riporta nel Cenacolo, prima della Passione, Morte e Risurrezione. Un addio che ci coinvolge, ci emoziona e ci commuove di fronte alle cose che più stanno a cuore a Gesù, per le quali è sceso fra noi e che ora ci affida. E’ il suo testamento. Certamente conosciamo già queste parole, grazie a Dio, ma corriamo sempre il rischio di darle per scontato e forse addirittura le ascoltiamo un po’ annoiati…
Ma la Liturgia ce le ripropone programmaticamente, da buona educatrice settimanale. e ci invita a meditarle e a rinnovare l’attenzione e l’entusiasmo. Dunque non le solite cose… ma il centro di tutto il suo insegnamento, il suo stesso amore: un comandamento che chiama nuovo, anche se stancamente forse presumiamo di sapere già tutto!
DUE COSE 1 - “Che ci sia amore fra noi”, detto da Gesù, è un comandamento nuovo. Dunque ascoltiamo! 2 - E quando aggiunge. - Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli ci insegna il dovere e il modo di essere anche suoi apostoli e missionari: missionari di Gesù con la parola, la predicazione, e con la testimonianza della vita condotta con amore verso Dio e verso i fratelli seguendo Lui come modello.
1) PERCHE’ quello di Gesù è un AMARE NUOVO. Il comandamento di Gesù è nuovo e per due motivi: perché esprime la novità del suo insegnamento sia rispetto all’insegnamento semplicemente umano sia anche rispetto allo stesso insegnamento dei profeti. Certamente il comandamento dell’Amore è presente nel cuore dell’uomo, che è creato a immagine di Dio. Certamente è già presente nell’insegnamento dei profeti: - Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, l’anima, la mente, le tue forze e amerai il prossimo tuo come te stesso… (Diventerà: come io…)
La novità, rivelata e vissuta da Gesù, consiste nella sicurezza del suo insegnamento fondato sulla sua divinità e nella concretezza degli esempi di vita segnata dall’Amore. La novità del comandamento di Gesù, è molto importante: sta proprio in quella paroletta “come”: COME IO ho amato voi… Non siamo più abbandonati ad incerti modelli umani, ma seguiamo con sicurezza il modello del Figlio di Dio. Accenno ad un solo esempio, uno per tutti: il suo gesto dichiaratamente magistrale, nel cenacolo, quando Egli, il Figlio di Dio, maestro… come un umilissimo servo lava i piedi agli Apostoli. Egli stesso conclude: “Vi ho dato un esempio perché anche voi facciate così”. Ci invita a rispecchiarci sempre in Gesù, per potersi chiamare ed essere suoi veri discepoli, non inventando un nostro cristianesimo ma confrontandoci sempre con fedeltà all’esempio e alla vita di Gesù. Accogliendo i suoi esempi, tutti: facili e difficili, comodi e… scomodi. Con perseveranza.
Proprio sulla parola amore, così stiracchiata e tirata da tutte le parti, dobbiamo essere particolarmente attenti per non illuderci di essere cristiani amando solo a fantasia, a casaccio. E succede! Spesso! L’amore non è del tutto istintivo. L’amore va anche curato, educato, collegato al cuore, ai sentimenti, ma anche al pensiero, all’impegno duraturo,, alla volontà, alla sincerità sempre più purificata. Non è davvero un fuoco di paglia! E “l’ispirazione” può venire soltanto dal vero Maestro (da conoscere!!!). Nessun uomo che orgogliosamente centra tutto su se stesso, sul proprio io assoluto… può mettersi al posto di Gesù, Figlio di Dio, e pensare di essere il maestro: al massimo sarà un idolo, una star… “Sopra di me, sopra la mia scienza arte e coscienza, sopra i miei sentimenti, sopra i miei capricci (spesso chiamati libertà) non c’è nessun altro, , non c’è nessun Dio…” Chi non sa riconoscere la propria fragilità, limitatezza e talvolta proprio la ridicolaggine non è un (buon) maestro. Orgoglio? Superbietta? Paura di Dio? Ma il Signore non si contrappone a noi, alla nostra libertà. Alla nostra gioia, al nostro “sviluppo”… Non è in concorrenza contro di noi, anzi! Egli con-corre con noi aiutandoci e responsabilizzandoci. Mentre è vero che “senza d iLui” non possiamo far niente… è anche vero che Egli è la nostra forza.
Concretizziamo… Gesù ci ha donato IL VADEMECUM, il VANGELO: uno specchio della sua vita: questa siamo chiamati ad imitare, umilmente ma con sicurezza e perseveranza.
Chiediamoci spesso… Come Gesù si è comportato nella sua infanzia, nella casa di Nazaret, nella vita pubblica, negli incontri con persone buone e cattive, amici e non amici, nelle sue giornate attivissime e nel silenzio, nella sofferenza e nella gioia. Come Gesù si è comportato con il suo e nostro Padre celeste? (per Gesù il Padre non è davvero un semplice soprammobile…).
Le parole del Vangelo che oggi abbiamo letto insieme, nella Chiesa e nell’Assemblea liturgica: “da questo tutti sapranno che siete miei discepoli se…” ci invitano, vorrei dire ci obbligano, a leggere e rileggere, meditare, conoscere il Vangelo di Gesù per specchiarsi continuamente in lui. Solo così potremo essere davvero, e diventare sempre di più, suoi discepoli. Il genuino cristianesimo non va inventato ma “solo” interpretato ed applicato alla vita di oggi. .. Anche nell’avvicendarsi dei tempi restiamo di ritrovarci fedeli all’insegnamento ed agli esempi gelosamente custoditi nei quattro Vangeli della Chiesa. Non è “doc” un cristianesimo inventato oggi da qualcuno: è doc solo quello dei Vangeli di Gesù. Anche oggi non pochi si illudono di essere cristiani ma non lo sono veramente, proprio perché non conoscono sufficientemente Cristo, il suo Vangelo e si fondano piuttosto su se stessi. Dopvrebbe chiamarsi non “Cristianesimo” ma… “Sèstessèsimo”(!). Può chiamarsi neoreligione fai-da-te ma non non ha senso un cristianesimo fai-da-te. Oggi il rischio di un cristianesimo di fantasia è molto, molto grande! Alla base ci sono sempre, in varia misura, un pizzico di orgoglio e quella superbietta radicata el nostro DNA…. Come in Adamo ed Eva all’inizio dei tempi!
Non dimentichiamo mai che per provare a insegnarci qualche cosa del meraviglioso e infinito Mistero, il “povero Gesù” (sia benedetto nei secoli il suo Nome!) è morto in croce! Non possiamo disprezzare o de-prezzare l’eroismo ed il sacrificio di Gesù decidendo che è inutile, presumendo di potercela fare da soli. Ma quanti uomini e donne, atei e religiosamente-altri saltano la parola e l’esempio di Cristo per affidarsi a tutto e a tutti fuorché a Dio. Se lo fanno consapevolmente, sicuramente non sono cristiani, discepoli di Gesù. Indipendenti, forse. Fuori strada, sicuramente. E’ l’antico e sempre ricorrente mito di Prometeo. Il Signore abbia pietà di loro e dello scandalo che danno.
Più forte della morte è l’amore, più forte delle fiamme è l’amore… Ma quale amore? Amerai il tuo prossimo come te stesso… Ma qual è il vero amore per me stesso? Quante volte anche noi, genitori, insegnanti, giovani e anziani… quante volte siamo in dubbio sul vero amore, sul vero bene nelle nostre scelte!
Ecco: la novità E’ Gesù: COME EGLI ha amato. CONOSCERE GESÙ per poterlo imitare e per poter davvero esprimere le fiamme dell’amore.
Iniziamo dal Vangelo che ci illumina per poter essere discepoli di Gesù e ci aiuta a rispondere alla domanda: - Che cosa avrebbe fatto Gesù in questa mia circostanza della giornata e della vita? Occorre riprendere la buona abitudine della LETTURA, riflessione, preghiera del Vangelo. È con quelle parole che il Signore Gesù ci parla e ci risponde e con quelle parole noi parliamo e dialoghiamo con lui. Questa è preghiera meravigliosa. Dove si parla la stessa lingua. Non possiamo mettere le nostre parole in bocca a Gesù ma, al contrario, dobbiamo prenderle dal Vangelo e mettere le sue parole sulla nostra bocca.
Durante la benedizione delle case (sull’esempio di papa Francesco in Piazza San Pietro più volte) ho portato il libro del Vangelo anche nelle vostre case dove certamente il Vangelo c’era già. Proprio per invitare a riprenderlo effettivamente in mano e a non accontentarsi che rest lì ad impolverarsi e faccia solo bella figura di sé. Non basta dire: “Io ce l’ho”… occorre prenderlo, aprirlo, leggerlo, rifletterci e pregare. Magari cin una buona guida…
Questa abitudine buona di LEGGERE ANCHE IN CASA IL VANGELO, una frasetta, un piccolo racconto… è una buona abitudine da rinnovare e rendere solida per portare la gioia nella famiglia che conosce e cerca di amare Dio e il prossimo. Finché noi stessi diventeremo un vangelo vivente, che parla dell’amore di Dio e concretamente lo vive, specialòente nell’Anno del Giubileo, con le 7+7 opere di misericordia. Se “leggiamo” solo TV, media e simili… ragioneremo solo con la mentalità della TV, media e simili. Se “leggiamo” ANCHE il Vangelo di Gesà ragioneremo anche con ”la mente di Dio” che civiene donata. Si può fare!!!
2) Mostrarsi MISSIONARI dell’ amore e della pace di Gesù. L’invito di Gesù non è solo per essere discepoli in un certo senso egoisti, che pensano solo (ed è già qualche cosa) alla propria anima. L’invito è missionario, affinché tutti possano conoscere Gesù e quindi che i discepoli di Gesù facciano conoscere Gesù con la parola e con la testimonianza di una vita vissuta nell’amore. Nati per amore siamo chiamati a vivere nell’amore di Dio e del prossimo, come Gesù ha esemplificato. Questo nostro non è un ossessivo cammino solitario e volontaristico con un’ascesi rigorosamente individuale, quasi da allenamento o da fachiro… Dio ci ha donato il Salvatore, Gesù, e lo Spirito Santo (che è Dio, ovviamente misterioso) che ci sostiene con la sua grazia e la sua forza… Egli, Spirito Santo, è come il timoniere della nostra vita cristiana e certo molto più di un timoniere!
Ecco la novità, la dignità e la bellezza, quasi tutta da riscoprire, di questo Comandamento di Gesù. Chi dava per scontate e quasi noiose le parole di Gesù… ci faccia sopra un pensierino. Riprenda in mano il Vangelo e, al soffio dello Spirito santo cammini, corra, voli! E coinvolga tutti gli altri, specialmente le persone che ama. Clicca sul link con il simbolo mp3 Domenica del Buon Pastore - Preghiera per (tutte) le vocazioni
◄ Agnello di Dio - Porticina del Tabernacolo (Varano)
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- III di Pasqua: Amoris Laetitia, La gioia dell'Amore di Papa FrancescoClicca sul link con il simbolo mp3 per ascoltare (pazientemente) l'omelia contemporaneamente puoi continuare a navigare
- II Domenica di Pasqua - della DIVINA MISERICORDIA
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